Questo lavoro prende forma
nell’ambito del corso di Sociologia della Scienza tenuto dalla Prof.ssa Barbara
Saracino presso il Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale dell’Università
degli studi di Trento, anno accademico 2016-2017.
Il proposito del blog è la mappatura di una controversia, ovvero
una rappresentazione semplificata della stessa
resa attraverso la raccolta di informazioni e l’applicazione di tecniche
per stabilire le posizioni e le relazioni presenti nella discussione. Si
propone di divenire una risorsa per una pluralità di pubblici differenti ed uno
strumento di sintesi volto ad informare il cittadino. Ho così messo in luce gli
aspetti che caratterizzano la controversia, il fulcro della discussione, i
principali protagonisti (portatori di interessi direttamente coinvolti – policy
makers – esperti) e le loro argomentazioni, i principali avvenimenti e lo scenario
in cui il dibattito si svolge.
Il tema scelto è delicato,
attuale e di interesse globale, investendo quella totalità di ambiti tipica di
ciò che riguarda salute, alimentazione ed ambiente.
Ho voluto ripercorrere le fasi
della controversia sul glifosate, ponendo l’accento sulla
risonanza e sul coinvolgimento della
società civile, ed illustrare alcune posizioni prese da governi che hanno saputo
raccogliere le istanze proposte a difesa dell’uomo e dell’ambiente in un’ottica
lungimirante e cautelativa, ovvero di immaginazione
del futuro.
Non mancano inoltre spunti di
riflessione che mettono in evidenza l’importanza della comunicazione tra
scienza e società ed il modo in cui la seconda recepisce la prima.
Una controversia è un dibattito
aperto (e acceso) tra esperti e cittadini che si informano per comprendere ed
essere in grado di esprimere un’opinione fondata su valide argomentazioni. Come sostiene il sociologo Massimiano Bucchi, spesso si crea una polarità o una divisione: tra persone che pensano la scienza
in modo positivo (progresso), e chi la vede come predominio della conoscenza
sui normali cittadini. Le controversie sono molteplici e caratterizzate da
tratti unici, tuttavia possono essere categorizzate, secondo una tipologia
tripartita, in globali, interne,
locali/territoriali. Nella realtà queste tipologie ideali si intersecano. La controversia sul glifosato
presenta tratti dei tipi globale ed interna: globale perché il dibattito, sorto all’improvviso e dilazionato nel
tempo, si diffonde a livello internazionale attraverso i mass-media,
coinvolgendo protagonisti eterogenei e generando dibattiti circa valori
universalistici, che riguardano la relazione uomo-potenziale
tecnologico-ambiente, sollevando
problemi sociali di ampia portata. La partecipazione dei cittadini è diretta, avviene
attraverso iniziative istituzionali o mobilitazioni spontanee e segue il
modello di comunicazione scienza-società definito
cross-talk, ovvero multi direzionale ed intenso, che coinvolge una
molteplicità di linguaggi e produce out-put non sempre prevedibili. Interna perché il dibattito si articola anche tra esperti e decisori pubblici (policy
making), non solo nell’arena pubblica, ma anche sul piano giuridico-legale; il
dibattito prende forma su blog e siti istituzionali al fine di fornire
informazioni principalmente agli addetti ai lavori e seguendo il modello divulgativo/educativo
top-down. Media, policy making e partecipazione pubblica si influenzano reciprocamente
durante tutto lo svolgersi della controversia.
Nel particolare caso del
glifosato, quarant’anni dopo la chiusura della scatola nera della scienza (Bruno Latour), nuovi studi contrastanti
hanno prodotto evidenze scientifiche a sfavore di tale sostanza attiva e dei
coformulanti associati; un terremoto ha scosso la comunità scientifica e la
società globale, che già sollevava critiche e dubbi circa la sicurezza per l’uomo
e per l’ambiente, di quello che per quasi due generazioni è stato considerato
il più efficace ed ecologico pesticida al mondo. Con la riapertura della
scatola nera ed una nuova scienza in
costruzione (Bruno Latour), in tempi in cui la sensibilità della
cittadinanza è aumentata e si dispone di vasti mezzi d’informazione, notiamo
come la comunicazione tra scienza e società assuma una rilevanza stratosferica
in quanto mezzo di informazione ed influenza delle decisioni finali. La
comunicazione pubblica è articolata e plurale ed i non esperti passano da
destinatari passivi ad interlocutori, dividendosi in ottimisti con fede nel progresso continuo e pessimisti che ritengono la produzione tecnoscientifica un mezzo di dominio e razionalizzazione delle azioni
umane, che conduce a pericoli per la salute, l’ambiente e la sicurezza. Questa
polarizzazione vede emergere potentemente i pessimisti.
Nell’ambito della controversia, scienza e
società si mettono in discussione al fine di trovare un accordo che
risolva possibili conflitti ed
incomprensioni, in uno scenario complesso ed articolato. Emergono in questo
quadro pregiudizi e stereotipi che vedono i pubblici come aprioristicamente
contrari, disinformati, ignoranti e disinteressati. Tali pregiudizi sono stati però
sconfessati dall’analisi empirica che ha rilevato come l’attenzione del
pubblico (nella fattispecie italiano) sia particolarmente forte verso l’ambito
delle biotecnologie e come risulti rilevante la conoscenza delle motivazioni
soggiacenti la ricerca di scienziati ed esperti. Indicatore importante
dell’interessamento pubblico alla relazione scienza-società è la domanda informativa, ovvero le dinamiche
caratterizzanti l’ interesse verso specifiche tematiche oggetto di
controversia.
L’osservazione di una
controversia può essere condotta attraverso l’analisi di dati quantitativi che
descrivano i picchi di attenzione; questi possono essere contingenti o
manifestarsi gradualmente e rendono l’idea della visibilità della controversia
e della partecipazione di gruppi sociali differenti. Nei periodi di picco si
riscontra una maggiore fiducia nei
confronti della scienza, quando disorientamento e incertezza spingono i
cittadini alla ricerca attiva di fonti autorevoli in grado di fornire
argomentazioni sulle quali formare una propria opinione. La disponibilità di
notizie ed informazioni sovrabbondanti ed eterogenee diffuse dai media genera
però confusione; in questa fase di manifesta una maggiore volontà di
partecipazione ed il pubblico vede negativamente scienza e scienziati, percependoli
come non completamente in grado di valutare adeguatamente le esigenze della
società. Pertanto la comunicazione, relata alla disponibilità e qualità delle
informazioni, è fondamentale per giungere ad una decisione quanto meno
accettabile da parte dei differenti partecipanti alla controversia. La
comunicazione deve essere in grado di tradurre la scienza in un linguaggio interpretabile dai non
esperti, ma deve anche tenere conto delle differenti interpretazioni dei
molteplici pubblici di interlocutori coi quali la scienza si trova a dialogare,
affinché il cittadino bene informato sia in grado di assumere decisioni, sulle
quali influiscono anche il contesto in cui avviene l’interazione ed i criteri
che egli adotta nella vita quotidiana.
Fig.1 Picchi di attenzione: ricerca del termine "glifosato" nel mondo. Dicembre 2011 - Novembre 2016. Fonte: https://www.google.it/trends/explore?q=glifosato
Seguendo l’Actor Network Theory
di Bruno Latour, rientra nell’analisi sociologica il modo in cui la formazione
di conoscenza tecnoscientifica e le innovazioni prendono forma attraverso reti
di alleanze, situazioni contingenti e punti di passaggio obbligato in cui gli
attori, umani e non umani, partecipano alla formazione ed al consolidamento
della scienza; tale inquadramento è utile per comprendere il rapporto
scienza-società, in cui il pubblico è sempre più attivo. L’apertura dei
dibattiti, orientata ad un modello di compresenza e convergenza di scienza e
società, permette di ricercare soluzioni più ampiamente condivise,
attraversando continuamente il confine tra esse.
Nel caso analizzato la
controversia si genera, struttura e diffonde a partire da una nuova scoperta e da
un allarme sociale, che ne delineano la rilevanza pubblica in quanto fattori di
diffusione capaci di catalizzare l’attenzione dei media e dei pubblici attorno
a questioni di ampia risonanza. Le posizioni si polarizzano circa le
potenzialità della ricerca scientifica, la sua efficacia ed i potenziali
rischi, e danno luogo e sviluppo al dibattito che
delinea l’identità della controversia, ovvero le ragioni che la rendono
rilevante nel rapporto scienza-società. Nel caso delle biotecnologie – dunque del
glifosato – emergono perduranti ambivalenze e la consapevolezza della necessità
di un confronto duraturo che tenga conto dei meccanismi riguardanti la
percezione pubblica e la comunicazione della tecnoscienza. In Italia il
pubblico di non esperti si è rivelato interessato ed in grado di valutare i
prodotti tecno scientifici ed è emerso come siano proprio i cittadini più
informati (rappresentati dalle associazioni) a nutrire maggiore ostilità nei
confronti del glifosato. Una certa rilevanza è inoltre assunta dal ruolo svolto
dalle multinazionali e dalla percezione di esse diffusa nella società civile.
Alicia Chiodi
Fonti:
Il lato controverso della tecnoscienza – Andrea Lorenzet